Cos’è e come funziona il modello Zero Trust?
24 Marzo 2025

È indubbio che la crescente complessità della sicurezza informatica ha reso necessario approcci più efficaci per proteggere i dati e le risorse aziendali. Tra le varie strategie emerse, il modello Zero Trust si distingue per la sua efficacia in termini di sicurezza. In questo articolo esploreremo il modello Zero Trust, come funziona e quali vantaggi offre alle aziende.

Definizione

Il modello Zero Trust è un paradigma di sicurezza informatica che si basa sul principio fondamentale che non si deve mai fidarsi implicitamente di nessun utente o dispositivo, indipendentemente dalla loro posizione all’interno o all’esterno della rete aziendale. In altre parole, Zero Trust presuppone che minacce potenziali possano originarsi sia dall’interno, che dall’esterno d una data organizzazione. Pertanto, ogni richiesta di accesso a risorse deve essere verificata e autenticata, riducendo al minimo il rischio di violazioni della sicurezza.

Principi fondamentali

Un numero crescente di aziende sta affrontando trasformazioni digitali, il che implica che un volume sempre maggiore di dati venga archiviato e reso disponibile elettronicamente rispetto al passato. In questo scenario, Zero Trust si è dimostrato un framework efficace in grado di affrontare le molteplici sfide che si presentano negli ambienti cloud o ibridi e nel personale in smart working.

Il modello Zero Trust si basa su alcuni principi chiave:

  • verifica continua (ogni accesso a risorse deve essere soggetto a verifica e autenticazione continui. Questo significa che anche dopo aver ottenuto accesso a una rete o a una risorsa, l’utente deve essere continuamente monitorato per garantire che non rappresenti una minaccia);
  • accesso minimo (gli utenti devono avere accesso solo alle risorse strettamente necessarie per svolgere le loro funzioni lavorative. Questo approccio minimizza il potenziale impatto di una violazione, riducendo il numero di risorse vulnerabili);
  • micro-segmentazione (le reti vengono suddivise in segmenti più piccoli per limitare il movimento laterale degli attaccanti. Questo significa che, anche se un intruso riesce ad accedere a una porzione della rete, le sue capacità di spostarsi verso altre aree sono limitate);
  • autenticazione forte (l’uso di metodi di autenticazione robusti, come la multi-fattore (MFA), è fondamentale per garantire che gli utenti siano chi dicono di essere. La MFA richiede agli utenti di fornire più prove della loro identità, aumentando significativamente il livello di sicurezza);
  • monitoraggio e auditing (è cruciale implementare sistemi di monitoraggio costante e auditing delle attività degli utenti e dei dispositivi sulla rete. Ciò consente una rapida individuazione delle anomalie e una risposta tempestiva a potenziali minacce).

Perché è importante Zero Trust?

Come già accennato, Zero Trust ridefinisce i processi basandosi sull’assunto che ogni utente non sia affidabile all’inizio di ogni interazione. In questo modo, i sistemi autenticano e verificano automaticamente le autorizzazioni di un utente prima di permettere l’accesso a qualsiasi applicazione, database o risorsa aziendale. Inoltre, lo stato di autorizzazione di ciascun utente viene costantemente convalidato durante l’utilizzo delle app e dei dati.

Poiché un numero crescente di aziende e governi opera all’interno di ambienti cloud e ibridi, il framework Zero Trust sta diventando sempre più necessario. Questi ambienti complicano la possibilità per le aziende di stabilire a chi e a cosa concedere l’accesso a reti e applicazioni. Per questo motivo, l’idea di implementare un’architettura e una strategia che non presuppongano l’affidabilità dell’utente sta guadagnando sempre più consensi. Un obiettivo fondamentale è il flusso di lavoro dell’utente e la facilità d’uso. Riguardo ai problemi di prestazioni, il framework adeguato implica che tutti i processi di convalida vengano eseguiti rapidamente in background, riducendo al minimo le interruzioni per l’utente e migliorando notevolmente la sicurezza aziendale.

Come funziona?

Il funzionamento del modello Zero Trust può essere suddiviso in diverse fasi chiave.

Identificazione delle risorse

Il primo passo consiste nell’identificare tutte le risorse aziendali, inclusi dati, applicazioni e dispositivi. Ogni risorsa deve essere mappata e il suo livello di sensibilità dovrebbe essere valutato in base all’importanza per l’operatività dell’organizzazione.

Classificazione degli utenti e degli accessi

Una volta identificate le risorse, è necessario classificare gli utenti e determinare quali diritti di accesso ciascun utente deve avere. Questo processo implica l’analisi delle funzioni lavorative e la concessione di accessi basati sulle esigenze reali.

Implementazione di controlli di accesso

Dopo aver classificato gli utenti, si procedere all’implementazione di controlli di accesso che garantiscano l’autenticità e la validità delle richieste di accesso. Questi controlli possono includere l’autenticazione a più fattori e l’analisi del comportamento degli utenti.

Monitoraggio continuo

Una volta implementati i controlli, è fondamentale monitorare continuamente il traffico di rete e le attività degli utenti. L’analisi comportamentale può aiutare a rilevare comportamenti anomali che potrebbero segnalare un’intrusione o un abuso di accesso.

Risposta alle minacce

Infine, il modello Zero Trust prevede protocolli di risposta alle minacce. Se viene rilevata un’attività sospetta, l’accesso viene immediatamente revocato e viene avviato un processo di analisi per comprendere la natura della minaccia.

Vantaggi del modello Zero Trust

Partendo dal presupposto che i hacker possano trovarsi sia all’interno che all’esterno della rete, ne deriva che, per impostazione predefinita, nessun computer e nessun utente possano essere considerati affidabili. Se un dispositivo ha adeguate misure di sicurezza, la gestione degli endpoint li convaliderà. La sicurezza degli endpoint dovrebbe estendersi anche all’autenticatore per garantire che vengano utilizzati solo dispositivi approvati e che i contenuti privati essenziali siano protetti nel modo migliore possibile.

Fornendo agli utenti solo l’accesso necessario, si riduce notevolmente l’esposizione tra gli utenti e le componenti sensibili della rete.

La micro-segmentazione consiste nel dividere i parametri di sicurezza in aree più piccole e distinte della rete, in base alla classificazione dei dati, con accessi separati. Questo assicura che gli utenti non possano accedere a diverse aree senza ulteriore autenticazione. Definendo rigorosi controlli sull’accesso degli utenti e sui dispositivi, un’organizzazione può abbattere la superficie di attacco della rete. È fondamentale monitorare come i dispositivi si connettono alla rete per garantire che tutti siano autorizzati. Il controllo degli accessi dovrebbe proteggere i sistemi cruciali fornendo i privilegi minimi necessari per completare un’attività.

Gli utenti vengono verificati tramite misure di autenticazione avanzate prima di consentire l’entrata. L’autenticazione a due fattori (2FA) è vista come meno robusta rispetto a quella MFA e potrebbe compromettere la sicurezza Zero Trust consentendo l’autenticazione errata degli utenti. In primo luogo, non dovrebbe dipendere solo su segreti condivisi o chiavi simmetriche, come codici, password e domande per il ripristino delle password. In secondo luogo, dovrebbe avvalersi dell’hardware per prevenire phishing e compromissione delle credenziali. Infine, dovrebbe essere scalabile e semplice da usare. Non tutto ciò che è definito autenticazione a più fattori soddisfa necessariamente questi tre criteri.

L’adozione del modello Zero Trust offre numerosi vantaggi alle aziende:

  • maggiore sicurezza (limitando l’accesso alle risorse e monitorando continuamente le attività, le organizzazioni possono ridurre significativamente il rischio di violazioni della sicurezza);
  • risposta rapida agli incidenti (la continua analisi e il monitoraggio consentono di individuare e rispondere rapidamente a eventuali minacce, minimizzando il potenziale danno);
  • flessibilità e scalabilità (il modello Zero Trust è altamente adattabile e si integra bene con ambienti IT moderni, inclusi cloud e mobile, rendendolo ideale per aziende di qualsiasi dimensione);
  • conformità alle normative (adottare un approccio Zero Trust aiuta le organizzazioni a conformarsi alle normative sulla privacy e sulla sicurezza dei dati, poiché fornisce una struttura per la gestione dei dati sensibili);
  • riduzione della superficie di attacco (segmentando la rete e applicando politiche di accesso rigorose, le organizzazioni possono ridurre il numero di punti vulnerabili, limitando le opportunità di attacco).

Conclusioni

In linea di massima, in un contesto di crescente vulnerabilità e minacce informatiche, il modello Zero Trust rappresenta una strategia efficace per proteggere i dati e le risorse aziendali. Attraverso la verifica continua, l’accesso minimo e il monitoraggio attivo, le organizzazioni possono migliorare notevolmente la propria postura di sicurezza. Sebbene l’implementazione di questo modello richieda investimenti significativi in infrastruttura e formazione, i benefici a lungo termine in termini di sicurezza e resilienza ne fanno un approccio altamente raccomandato per affrontare le sfide odierne della sicurezza informatica. Infatti, il principale vantaggio del modello Zero Trust è che contribuisce a diminuire i rischi per le aziende. Questo perché applicazioni e dati rimangono inaccessibili e non esposti fino a quando l’utente non viene autenticato e autorizzato ad interagire con essi. Di conseguenza, questo approccio migliora il controllo degli accessi poiché stimola le imprese a ripensare le modalità di concessione dell’accesso e a rafforzare il potere di controllo sulla durata dell’autorizzazione per una determinata situazione. Quindi, in generale, i vantaggi di Zero Trust superano decisamente le sfide associate alla sua implementazione.

Credits immagine: Gorodenkoff/Depositphotos.com

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