Che cos’è il data lake e come si differenzia da un data warehouse
18 Luglio 2025

Un data lake è un repository centralizzato, pensato per conservare grandi volumi di dati di vario tipo — strutturati (tabelle), semi-strutturati (JSON, XML) e non strutturati (log, immagini, audio) — nello stato originale, senza la necessità di trasformarli al momento dell’inserimento. Questo approccio è utile per chi lavora con analytics, machine learning e discoverability: permette di memorizzare tutto, prima di sapere esattamente come usarlo.

Caratteristiche

La prima area di un data lake è il layer “raw data”, dove arrivano i dati grezzi, così come sono generati dalle fonti esterne (sensori IoT, log applicativi, feed esterni). Questo livello conserva l’informazione completa, permettendo una tracciabilità completa, audit e ripristini da versioni precedenti.

Il data lakehouse combina i punti di forza del data lake e del data warehouse in un’unica architettura. La sua caratteristica principale è la capacità di consentire query SQL snelle e transazionali su dati conservati come in un data lake.

In pratica:

  • supporta sia schema-on-read sia schema-on-write;
  • mantiene l’originalità dei dati, ma aggiunge ottimizzazioni per query rapide e gestione dei metadati;
  • offre transazioni ACID sui dati, versioning, governance integrata e performance simili a un warehouse.

Confrontando data lake vs data warehouse emergono differenze chiave:

  • tipologia di dati (il data lake accoglie ogni formato, mentre il data warehouse supporta solo dati strutturati, già trasformati);
  • approccio schema (nei data lake si applica il schema-on-read, definito solo quando i dati vengono analizzati; al contrario, nei data warehouse domina lo schema-on-write, con ETL che pulisce e struttura i dati prima del caricamento);
  • utilizzo dei dati (il data lake è ideale per esplorazioni, prototipazione ML o conservazione economica; il data warehouse è ottimizzato per report, BI e KPI ufficiali);
  • costi e performance (il data lake è più economico su storage a grande scala, mentre il warehouse offre query più rapide e affidabili su set di dati consolidati).

Tuttavia, il confronto tra data lake e data warehouse non dovrebbe essere visto come una sfida tra due tecnologie rivali, ma come l’evidenza della loro complementarità. Il data lake è perfetto per raccogliere e conservare grandi volumi di dati eterogenei e grezzi, utili per esplorazione, machine learning e innovazione. Il data warehouse, invece, eccelle nel fornire dati strutturati, puliti e pronti all’uso per analisi aziendali e reporting. Insieme, questi strumenti permettono di coprire l’intero ciclo di vita del dato, dall’ingestione alla decisione strategica, offrendo un’infrastruttura flessibile e completa per una vera cultura data-driven.

Vantaggi del data lake

Tra i benefici possiamo elencare:

  • il data lake permette di conservare tutte le fonti, anche incerte, e utilizzarle in futuro senza costi aggiuntivi;
  • i data scientist apprezzano il layer raw completamente accessibile, dove sperimentare modelli o analizzare trend emergenti;
  • storage basato su oggetti (come S3 o Blob) consente di archiviare petabyte di dati a costi contenuti;
  • grazie al raw layer, è possibile mantenere versioni originali, audit trail e ripristini, garantendo compliance e osservabilità;
  • il data warehouse rimane indispensabile per KPI, dashboard e reporting preciso, con dati pre-elaborati e validati.

Applicazioni reali

Un data lake esempio efficace può essere trovato in un’azienda e-commerce:

  • i log delle visite, le transazioni, le immagini dei prodotti, recensioni utenti, dati social e metriche IoT da magazzino vengono caricati nel livello “raw data”;
  • successivamente, solo i subset utili (ad esempio transazioni o feedback strutturati) vengono trasformati e inseriti in un warehouse per report BI o alert operativi.

In questo modo, l’azienda conserva ogni dato potenzialmente utile senza costi eccessivi, e analizza solo ciò che serve. L’unione con un data warehouse permette di avere il meglio: flessibilità e affidabilità.

Perché è importante il data lake?

Il data lake è diventato uno degli elementi più strategici nell’ambito della gestione dei dati aziendali. In un’epoca in cui le organizzazioni generano enormi volumi di informazioni da fonti eterogenee — come IoT, social media, log applicativi, sensori e sistemi ERP — diventa fondamentale avere un’infrastruttura capace di accogliere e conservare ogni tipo di dato, in qualsiasi formato, in modo economico e flessibile. Ecco dove entra in gioco il data lake.

A differenza dei tradizionali sistemi di gestione dati, come i data warehouse, che richiedono trasformazioni e pulizia prima del caricamento, un data lake adotta un approccio “schema-on-read”. Questo significa che i dati vengono memorizzati così come sono (grezzi) e lo schema viene applicato solo nel momento in cui si vogliono analizzare. Questo modello è ideale per scenari in cui non è ancora chiaro come i dati verranno utilizzati, ma si intuisce che potranno avere valore in futuro.

L’importanza del data lake si evidenzia soprattutto in contesti di ricerca, data science, intelligenza artificiale e machine learning. Qui i dati non strutturati — come file audio, immagini, testi o log — rappresentano una risorsa chiave. Un data lake permette di esplorare questi dati, testarli e combinarli con altre fonti per creare insight innovativi e modelli predittivi.

Un altro aspetto fondamentale è la scalabilità. I data lake si basano su storage distribuiti e cloud-native (come Amazon S3 o Azure Data Lake), il che consente di gestire petabyte di dati a costi contenuti. Questo li rende accessibili anche a realtà non enterprise.

Inoltre, un data lake consente di centralizzare la gestione dei dati, rendendoli disponibili a diversi reparti aziendali (marketing, operation, IT, finance) in modo controllato. Quando accompagnato da strumenti di catalogazione, sicurezza e governance, diventa il cuore pulsante della trasformazione digitale.

In sintesi, l’importanza del data lake risiede nella sua capacità di abilitare un’organizzazione data-driven, favorire l’innovazione, abbattere i silos informativi e preparare l’infrastruttura aziendale per affrontare le sfide del futuro, in un mondo sempre più orientato alla conoscenza estratta dai dati.

Data mesh e data fabric: nuovi paradigmi

Oltre ai lake e warehouse, emergono nuovi concetti di gestione dati:

  • data mesh (un approccio decentralizzato dove i domini aziendali possiedono e gestiscono i propri dati come prodotti. Favorisce l’autonomia dei team e la responsabilità distribuita, rendendo l’organizzazione data-driven a livello federato);
  • data fabric (una rete tecnologica integrata — tramite cataloghi, metadati, API, sicurezza e orchestrazione — che unisce varie fonti dati, lake e warehouse, offrendo un accesso uniforme e governance centralizzata indipendentemente da dove risiedano i dati).

Cosa scegliere?

Il data lake è ideale se:

  • si vuole conservare dati anche non strutturati o futuri;
  • si vogliono gestire progetti ML, analisi esplorativa o prototipi;
  • se si hanno bisogno di costi contenuti anche su grandi volumi;
  • se si vogliono implementare cataloghi, governance e strumenti di ingestion.

Il data warehouse è ideale se:

  • si ha bisogno di report consolidati, affidabili e rapidi;
  • se l’utente target è un business analyst;
  • se i dati richiesti sono strutturati, storici e standardizzati.

L’architettura mista (lake + warehouse) può essere contemplata quando:

  • il data lake raccoglie ogni dato, mentre il data warehouse serve i dati già filtrati e ottimizzati;
  • il data lakehouse unisce entrambi, con transazioni e query ottimizzate su dati grezzi.

Conclusioni

Il confronto tra data lake e data warehouse mostra chiaramente che sono strumenti complementari, non antagonisti. Il data lake eccelle in flessibilità, storage grezzo e innovazione. Il data warehouse offre performance, governance e affidabilità. Il data lakehouse rappresenta l’evoluzione naturale, integrando entrambi i modelli. Approcci moderni come data mesh e data fabric permettono di scalare l’utilizzo dei dati in modo distribuito e governato, rendendo i dati un asset accessibile, controllabile e utilizzabile da tutta l’azienda. In sintesi, non si tratta di scegliere uno o l’altro: piuttosto, bisogna capire quali esigenze aziendali soddisfare nel momento presente e in futuro, in modo tale da costruire un percorso che permetta di integrare il data lake con un data warehouse solido. Questa strategia mista è spesso la chiave per diventare data-driven e sfruttare al meglio le opportunità del cloud, dell’intelligenza artificiale e dell’analisi avanzata.

Credits: Barriography / Getty Images

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