Cosa significa Infrastructure as Code (IaC) e perché è così importante
18 Luglio 2025

Nel panorama tecnologico odierno, dove le imprese devono rispondere con rapidità ai cambiamenti di mercato e garantire disponibilità, sicurezza e scalabilità delle infrastrutture IT, emerge con forza il concetto di Infrastructure as Code. Ma in parole semplici, cos’è davvero iac? E perché implementare infrastructure as code cos’è tanti vantaggi concreti, soprattutto nella prospettiva di IaC cloud? Scoriamolo assieme in questo articolo.

Cosa significa Infrastructure as Code?

Procediamo con ordine: l’acronimo IaC sta per Infrastructure as Code. In breve, si tratta di una metodologia che consente di creare, gestire e modificare le risorse IT tramite file di codice, anziché ricorrere a operazioni manuali. È un salto dall’ordinaria gestione server verso un paradigma automatizzato: si scrive il codice, si attua tramite Git o altri sistemi, e si applica su ambienti di sviluppo, test, staging o produzione con precisione e coerenza.

Questo approccio definisce infrastructure as code cos’è? Un modo per trasformare l’infrastruttura IT in artefatti codificati (ad esempio in YAML, JSON o HCL), rendendo ogni cambiamento tracciabile e riproducibile ovunque, in modo sicuro e veloce.

Cenni storici

L’Infrastructure as Code (IaC) nasce come risposta all’evoluzione delle infrastrutture IT e alla crescente complessità nella gestione dei sistemi, in particolare con l’avvento della virtualizzazione e, successivamente, del cloud computing. Nei primi anni 2000, le aziende cominciavano a spostarsi da server fisici a macchine virtuali, aprendo la strada a una gestione più dinamica delle risorse. Tuttavia, la configurazione di questi ambienti rimaneva in gran parte manuale, soggetta a errori e difficilmente replicabile.

La svolta arriva con il movimento DevOps, che promuove automazione, collaborazione e integrazione continua. In questo contesto nasce l’esigenza di trattare l’infrastruttura IT con lo stesso rigore del codice applicativo. I primi strumenti come Puppet e Chef permisero di definire la configurazione dei server in maniera programmabile. Successivamente, con la diffusione del cloud, strumenti come Terraform e AWS CloudFormation hanno spinto ancora oltre il concetto, permettendo di orchestrare intere architetture in maniera dichiarativa.

Così IaC si afferma come standard, trasformando radicalmente il modo in cui si costruiscono e mantengono gli ambienti digitali. Oggi rappresenta un passaggio fondamentale nella maturità tecnologica di un’organizzazione, essenziale per garantire scalabilità, velocità e affidabilità nei processi IT.

Perché l’adozione di IaC è così importante?

Uno dei problemi più comuni nei sistemi gestiti manualmente è la configuration drift (deriva delle configurazioni), ossia quando ambienti diversi – come test e produzione – diventano incongruenti. Con IaC, si garantisce che ogni componente sia descritto esplicitamente nel codice, evitando discrepanze e garantendo il comportamento identico dell’infrastruttura in ogni ambiente.

Inoltre, la creazione di nuove macchine virtuali, reti, database e servizi avviene in pochi minuti anziché in ore o giorni. Questo è un vantaggio fondamentale per l’IaC cloud, dove la scalabilità e la reattività sono decisivi per rispondere a nuovi carichi di lavoro o rollout di feature.

Utilizzando strumenti come Git, ogni file di configurazione diventa tracciabile. Si possono effettuare review, rollback, gestione di branch e collaborazioni in team. IaC permette di trattare l’infrastruttura esattamente come codice applicativo, migliorandone la trasparenza e la sicurezza.

L’approccio IaC trasforma la cultura aziendale: sviluppatori e operatori IT lavorano su pipeline condivise, scrivendo e mantenendo il medesimo “codice infrastrutturale”. In questo modo si eliminano i silos e si accelera il rilascio delle funzionalità nei modelli CI/CD.

Come funziona IaC nella pratica

Approccio dichiarativo vs imperativo

  • Dichiarativo: descrivi lo stato desiderato e uno strumento come Terraform si occupa di creare celle, reti, servizi e più. Tipico dell’**IaC cloud**.
  • Imperativo: definisci i singoli comandi da eseguire (“installa X, configura Y, riavvia Z”). Esempi: Ansible, Puppet, Chef.

Spesso i due modelli convivono: il primo per il provisioning iniziale, il secondo per configurazioni di sistema complesse.

Strumenti più diffusi: Terraform in primo piano

Tra i tool più noti per implementare l’infrastructure as code, spicca Terraform. È open‑source, supporta più provider cloud, utilizza il linguaggio HCL ed è orientato a uno stile dichiarativo.

Ma ci sono altri tool:

  • CloudFormation (AWS);
  • Ansible, Puppet, Chef per configurazioni continue;
  • Strumenti specifici di altri cloud come Azure Resource Manager (ARM).

Di questi, Terraform è spesso la punta di diamante: grazie alla sua capacità multi‑cloud, lo si vede largamente utilizzato in contesti dove si vogliono orchestrare infrastrutture ibride o multi‑provider.

Vantaggi strategici

Automatizzare la gestione dell’infrastruttura significa ridurre il tempo speso in compiti ripetitivi. Il risultato? Meno costi operativi e possibilità di concentrare il team su iniziative a valore strategico.

In contesti IaC cloud, la scalabilità è una funzionalità integrata: basta modificare un parametro nel codice e l’infrastruttura cresce o si riduce in modo automatico. Un modello perfetto per ambienti aziendali flessibili.

Definendo policy di sicurezza come codice (Policy as Code), ogni risorsa creata segue automaticamente standard legali e tecnici (es. GDPR, ISO 27001). È possibile eseguire audit automatici sul codice stesso, aumentando la compliance.

In caso di disastro, l’infrastruttura descritta tramite codice può essere ricreata da zero in tempi molto rapidi. Questo migliora significativamente il Recovery Time Objective (RTO) e rende i sistemi più resilienti.

L’integrazione tra IaC e pipeline CI/CD consente di testare e distribuire in modo automatizzato anche le modifiche infrastrutturali. Ecco alcuni benefici diretti:

  • rilascio più frequente di nuove funzionalità;
  • riduzione del testing manuale;
  • possibilità di rollback automatico in caso di malfunzionamento;
  • coordinamento tra sviluppo software e infrastruttura.

L’IaC cloud supporta ambienti dinamici dove CI e CD si fondono perfettamente con provisioning e configurazione automatizzata.

Strumenti pratici

Terraform è un tool dalle grandi potenzialità: supporta approcci dichiarativi, consente di codificare intere infrastrutture multi‑cloud (AWS, Azure, Google Cloud e altri) e offre moduli riutilizzabili. Ecco perché è sempre più richiesto sul mercato del lavoro e nelle architetture moderne.

Qualche criticità da considerare

Per team abituati a operare con GUI o script manuali, passare a IaC implica imparare nuovi linguaggi (HCL, YAML) e strumenti. Serve tempo e formazione.

Errori nei file di codice (es. distrazione su IP, risorse, accessi)possono generare conseguenze gravi se non controllati adeguatamente. Serve attenzione al design, test automatici e revisioni di pull request prima dell’applicazione.

Per lavorare in sicurezza con IaC e strumenti come Terraform, è fondamentale dotarsi di pipeline CI/CD solide, con linting, validazione, test di sicurezza e rollback automatico.

Conclusioni

Nell’era del cloud computing e della digitalizzazione spinta, IaC è diventata un pilastro fondamentale per la gestione moderna dell’IT. A differenza dei metodi tradizionali, che richiedevano interventi manuali per configurare server e risorse, IaC consente di definire l’intera infrastruttura con file di codice, rendendo il processo ripetibile, automatizzato e flessibile. In definitiva, IaC è ormai un asset strategico e non più solo un’opzione tecnologica.

Oggi, dove la velocità di rilascio e la stabilità dei sistemi sono fattori chiave per la competitività, IaC permette alle aziende di rispondere in tempi rapidi a nuove esigenze, senza compromettere la qualità. Non è più sostenibile gestire infrastrutture complesse senza automatizzazione: l’IaC cloud, ad esempio, permette di scalare ambienti in pochi minuti e di ricostruire interi sistemi in caso di disastro con una semplice esecuzione del codice.

Adottare IaC significa abbracciare la cultura DevOps, aumentare la qualità del software, ridurre i tempi di rilascio e rinforzare la sicurezza. In un mondo dove agilità e affidabilità sono fattori competitivi determinanti, IaC diventa la risposta a un bisogno evidente: infrastrutture moderne, resilienti, automatizzate, e allineate con gli obiettivi di business.

Inoltre, IaC migliora la sicurezza, la collaborazione tra team DevOps e riduce gli errori umani. Grazie a strumenti come Terraform, le organizzazioni possono orchestrare ambienti multi-cloud in modo efficiente e centralizzato. In sintesi, l’Infrastructure as Code non è solo una soluzione tecnica, ma un alleato strategico per costruire infrastrutture flessibili, resilienti e pronte all’evoluzione continua del business digitale.

Credits: puhhha / Depositphotos.com

 

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