Cosa sono i microservizi e perché stanno sostituendo i monoliti
18 Luglio 2025

Negli ultimi anni, il termine microservizi è diventato uno dei concetti più discussi nel mondo dello sviluppo software. Promettono flessibilità, scalabilità e maggiore resilienza rispetto alle tradizionali architetture monolitiche. Ma cosa sono esattamente i microservizi? E perché stanno gradualmente sostituendo i cosiddetti monoliti?

Cos’è un’architettura monolitica?

Un monolite o architettura monolitica informatica è un’unica applicazione sviluppata come un blocco centralizzato. Tutte le funzionalità, dal front-end alla logica di business fino alla gestione del database, convivono nella stessa base di codice. Questo modello è spesso associato alla semplicità iniziale: il monolitico è “un solo pezzo”, un unico artefatto software da compilare e rilasciare.

In questo contesto, le misure di debugging e test sono semplificate, poiché tutto risiede nella stessa applicazione. Tuttavia, una singola modifica richiede di ricostruire e ridistribuire l’intera applicazione. Le componenti risultano strettamente accoppiate: se un modulo fallisce, tutto il sistema rischia di cadere.

Il monolitico è un sinonimo consolidato per descrivere questa architettura: spesso si sente parlare di “codice monolitico”, “applicazione monolitica” o semplicemente “monolitico sinonimo di unicità e rigidità”.

Cos’è l’architettura a microservizi?

Nella’architettura a microservizi, un sistema software è scomposto in molteplici servizi indipendenti, ognuno responsabile di una funzionalità specifica. Quest’architettura permette di sviluppare, distribuire e scalare ogni servizio in modo isolato.

Ogni microservizio ha il proprio database e logica aziendale; comunica tramite API leggere (REST, messaging); vive in modo autonomo, con deployment dedicati e può essere riscritto o aggiornato senza impattare gli altri.

Principali differenze tra monoliti e microservizi

In base al modello di sviluppo:

  • monolitico: team lavora su un’unica base di codice, condivisa.
  • microservizi: team autonomi si occupano di servizi specifici.

In base alla scalabilità:

  • monolite: si scala verticalmente (server più potenti).
  • microservizi: si scala orizzontalmente, solo i servizi sotto carico.

In base alla manutenibilità:

  • monolitico: la complessità cresce rapidamente e ogni cambiamento può creare effetti collaterali.
  • microservizi: ogni servizio può essere aggiornato o sostituito singolarmente.

In base al deployment:

  • monolite: un solo artefatto da distribuire.
  • microservizi: pipeline CI/CD indipendenti per servizi diversi.

Perché i microservizi stanno sostituendo i monoliti?

Team paralleli possono rilasciare nuovi feature senza conflitti di codice. Le release sono più rapide e meno rischiose.

Ogni servizio può utilizzare un linguaggio o framework più adatto (Java, Go, Node, Python). Invece, in un sistema monolitico, si resta legati a una sola tecnologia.

Inoltre, un errore su un microservizio non impatta l’intero sistema. In un monolitico, un bug può bloccare l’intera applicazione.

Per giunta, solo il servizio sotto stress viene moltiplicato. Il monolite obbliga a replicare tutto, anche dove non serve.

Infine, i microservizi favoriscono l’automazione dei test, build e deploy. Il monolite rallenta tutto, soprattutto su sistemi complessi.

Esempi di microservizi nel mondo reale

Alcuni esempi di microservizi dimostrano il potenziale di questa architettura:

  • Netflix (migrazione da un monolite Java a centinaia di microservizi. Questo ha permesso di scalare e rilasciare nuovi feature velocemente su scala globale);
  • Amazon (ogni funzionalità (catalogo, pagamento, ordini) è gestita da microservizi autonomi, permettendo velocità di sviluppo e resilienza);
  • Spotify e Uber (team strutturati in squad, responsabili dei rispettivi microservizi, facilitano l’innovazione e l’espansione geografica).

Sfide dei microservizi

Nonostante i vantaggi, passare a un’architettura a microservizi non è semplice. Alcune delle principali sfide includono:

  • complessità operativa (serve orchestrazione (tipo Kubernetes), service discovery, API gateway);
  • comunicazione tra servizi (latenza, time-out, retry e pattern come circuit breaker diventano necessari);
  • gestione della consistenza (ogni servizio con il proprio database richiede strategie avanzate);
  • monitoraggio distribuito (tracciare richieste multiple richiede logging aggregato e strumenti di distributed tracing).

Quando scegliere un monolite?

In alcune situazioni, l’architettura monolitica informatica resta la soluzione adeguata:

  • app piccole, con pochi moduli;
  • team ridotti, senza risorse tecniche per infrastrutture complesse;
  • prototipi o MVP dove serve velocità iniziale;
  • interfacce semplici (login, crud, gestione base utenti).

Migrazione graduale: dal monolite ai microservizi

Molte aziende evitano una riscrittura completa e optano per il pattern “strangling the monolith”. In pratica:

  • si individuano funzionalità chiave da estrarre (es. autenticazione, notifiche);
  • si sviluppano come microservizi autonomi;
  • col tempo, il monolite si riduce e i servizi diventano dominanti, fino alla totale migrazione.

Questo approccio riduce i rischi e consente un passaggio progressivo, mantenendo la stabilità della piattaforma.

Vantaggi e svantaggi a confronto

I vantaggi microservizi vs monolitico sono i seguenti:

  • maggior flessibilità, agilità e resilienza;
  • scalabilità cost-effective per componenti isolate;
  • team autonomi e deploy indipendenti.

Per quanto concerne gli svantaggi:

  • complessità architetturale e organizzativa;
  • necessità di cultura DevOps, strumenti di orchestrazione e monitoraggio;
  • costi iniziali più elevati per l’infrastruttura.

Perché optare per un’architettura a microservizi?

Optare per un’architettura a microservizi significa abbracciare un approccio moderno e flessibile allo sviluppo software, ideale per le applicazioni che devono evolversi rapidamente e gestire una crescita costante. A differenza dell’architettura monolitica, dove tutte le funzionalità sono strettamente legate tra loro, i microservizi permettono di suddividere un sistema in componenti indipendenti, ognuno responsabile di una funzione specifica.

Questo consente agli sviluppatori di lavorare su singoli servizi senza intaccare l’intero sistema, favorendo tempi di sviluppo più rapidi, aggiornamenti più frequenti e un miglior controllo sul codice. Inoltre, ogni microservizio può essere scritto con tecnologie diverse, offrendo massima libertà nella scelta degli strumenti più adatti a ogni contesto.

Dal punto di vista della scalabilità, i microservizi sono molto più efficienti: è possibile potenziare solo le parti del sistema che ricevono più traffico, evitando sprechi di risorse. Anche la resilienza migliora: se un servizio va in errore, gli altri possono continuare a funzionare.

Per aziende che puntano alla continua innovazione, all’automazione dei rilasci (CI/CD) e a una gestione snella dei team, i microservizi rappresentano un modello architetturale che supporta questi obiettivi in modo naturale, rendendo lo sviluppo più efficiente e reattivo alle esigenze del mercato.

Conclusioni

L’architettura a microservizi ha assunto un ruolo centrale nello sviluppo software moderno grazie alla sua capacità di rispondere alle sfide dell’agilità, della scalabilità e della resilienza richieste dalle applicazioni di oggi. In un contesto in cui i servizi digitali devono evolversi rapidamente e gestire carichi variabili, i microservizi offrono una struttura flessibile e modulare che permette di sviluppare, testare e distribuire le funzionalità in modo indipendente. A differenza dell’approccio monolitico, dove tutto il sistema è un blocco unico e ogni cambiamento può avere ripercussioni sull’intera applicazione, l’architettura microservizi consente di isolare i problemi, riducendo i rischi in fase di aggiornamento o manutenzione. Ogni microservizio può essere sviluppato con il linguaggio e le tecnologie più adatte alle sue specifiche esigenze, favorendo la sperimentazione e l’innovazione tecnologica.

Inoltre, questa architettura si integra perfettamente con le metodologie DevOps e le pipeline CI/CD, rendendo più fluido il ciclo di vita del software. I microservizi facilitano anche la scalabilità selettiva: invece di potenziare l’intero sistema, è possibile replicare solo i servizi più utilizzati, ottimizzando l’uso delle risorse. Dal punto di vista organizzativo, i microservizi favoriscono la divisione del lavoro in team piccoli e autonomi, migliorando la produttività e accelerando i tempi di rilascio. Per queste ragioni, l’architettura a microservizi è oggi una scelta strategica per le aziende che vogliono competere nell’economia digitale, offrendo servizi affidabili, aggiornabili frequentemente e facilmente estendibili.

Tuttavia, la scelta tra architettura monolitica e architettura a microservizi non è neutra. Dipende dalla dimensione dell’applicazione, dal team e dalla maturità tecnica e dalla necessità di scalabilità, indipendenza dei rilasci e tolleranza ai guasti. In molti casi moderni, specie in realtà in crescita o che necessitano alta disponibilità e sviluppo continuo, l’architettura microservizi si dimostra la scelta vincente. Ma per applicazioni più semplici, progetti piccoli o team con risorse limitate, un’architettura monolitica ben progettata può essere ancora la soluzione migliore.

Credits: HayDmitriy / Depositphotos.com 

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