Honeypot in cybersecurity: cosa sono e come proteggono le reti
19 Agosto 2025

Nel panorama digitale odierno, sempre più esposto a minacce informatiche sofisticate, è essenziale adottare azioni difensive intelligenti. Una tattica ingegnosa e sempre più diffusa è l’uso di honeypot, strumenti che agiscono da specchietti per le allodole per hacker e malware, proteggendo il vero perimetro digitale dell’azienda.

Oggi, grazie alla crescente accessibilità delle tecnologie cloud e container-based, gli honeypot possono essere implementati in modo rapido ed efficiente, adattandosi sia a reti aziendali complesse che a infrastrutture più agili. Inoltre, la loro integrazione con strumenti di rilevamento come IDS, sistemi SIEM e piattaforme di threat intelligence li rende una componente preziosa nella costruzione di un ecosistema di cybersecurity proattiva.

In un contesto in cui prevenire non basta più, capire il nemico è la chiave: ed è proprio qui che il valore degli honeypot si rivela strategico.

Honeypot: significato

Il termine honeypot, nella sua traduzione letterale, significa “barattolo di miele”. Di fatto, un honeypot è un sistema deliberatamente vulnerabile o apparentemente attraente per i criminali informatici, ma del tutto isolato dalle risorse reali. Il suo scopo non è solo deviare l’attacco, ma anche analizzare in tempo reale il comportamento degli aggressori, offrendo informazioni cruciali su tecniche, strumenti e obiettivi. Questo consente alle aziende di rafforzare le proprie difese in modo mirato, anticipando le mosse degli attaccanti.

L’obiettivo non è proteggere direttamente i dati reali, ma piuttosto attrarre gli hacker, indurli ad attaccare il sistema trappola e, nel frattempo, registrare ogni loro azione. Questo approccio consente ai team di sicurezza di osservare in tempo reale le tattiche utilizzate, i punti di accesso sfruttati e gli strumenti impiegati, ottenendo così un vantaggio effettivo.

Honeypot in informatica: come funzionano

In un panorama digitale sempre più complesso e minacciato da attacchi informatici sofisticati, le aziende e le organizzazioni cercano costantemente strumenti proattivi per rafforzare la propria sicurezza informatica. Tra le tecnologie meno appariscenti, ma estremamente efficaci, troviamo gli honeypot: sistemi-trappola progettati per attirare, ingannare e studiare i comportamenti degli aggressori.

Nonostante il concetto non sia nuovo, gli honeypot informatici hanno acquisito un’importanza crescente nell’era moderna della cybersecurity, soprattutto per la loro capacità di fornire visibilità sulle tecniche e le motivazioni degli attaccanti. Ma cosa sono esattamente e perché rappresentano un’arma strategica tanto preziosa?

Dato che un honeypot informatico può essere facilmente attaccabile, una volta che viene aggredito, viene altresì monitorato per analizzare le sue tecniche, come se sfrutta porte aperte, credenziali deboli o vulnerabilità note. Questi comportamenti vengono loggati e analizzati per rafforzare la sicurezza reale.

Quindi, gli honeypot possono migliorare i sistemi di Intrusion Detection System (IDS), fungendo da falsi bersagli che ingannano l’aggressore mentre il team di sicurezza osserva il suo modus operandi.

Tipologie di honeypot

In ambito cybersecurity, distinguere tra le varie tipologie è cruciale per capire come applicarle:

  • Low‑interaction honeypot. Simulano solo alcuni servizi (ad es. una porta aperta o servizio emulato) per attrarre attacchi superficiali. Sono facili da distribuire e mantenere, ma raccolgono meno informazioni e possono essere individuati più facilmente dagli attaccanti;
  • High‑interaction honeypot. Replicano comportamenti realistici e consentono agli aggressori di esplorare liberamente il sistema vulnerabile. Offrono insight approfonditi sull’attacco, ma richiedono maggiori risorse e una gestione più attenta, perché un errore potrebbe permettere all’attaccante di spostarsi su sistemi reali.

Produzione vs ricerca

Gli Honeypot di produzione sono inseriti nella rete aziendale reale per rilevare attacchi in corso e distogliere gli hacker dai sistemi critici.

Gli Honeypot di ricerca sono progettati per raccogliere dati su minacce emergenti e tattiche generali nel panorama cyber, spesso usati da centri di ricerca o governi.

Vantaggi nella cybersecurity

Negli ultimi anni, la cybersecurity si è evoluta da un approccio puramente reattivo a una visione più proattiva e predittiva. In questo contesto, gli honeypot si inseriscono perfettamente come strumenti di early warning e intelligence.

Ecco alcuni motivi che ne spiegano l’importanza odierna:

  • rilevamento anticipato delle minacce (gli honeypot possono rilevare attività malevole che i sistemi di difesa tradizionali potrebbero non notare. Poiché non dovrebbero essere utilizzati da utenti legittimi, qualsiasi interazione con essi è sospetta. Questo rende gli honeypot ottimi strumenti per identificare nuovi vettori di attacco prima che colpiscano le infrastrutture reali);
  • analisi dei comportamenti degli attaccanti (monitorando gli attacchi verso honeypot ben configurati, è possibile comprendere meglio le tecniche, le strategie e gli obiettivi degli hacker. Queste informazioni sono preziose per aggiornare le difese, testare la resilienza del sistema e formare i team di sicurezza);
  • riduzione dei falsi positivi (rispetto a molte soluzioni di sicurezza automatizzate che generano un gran numero di allarmi, spesso non critici, gli honeypot producono pochi ma significativi segnali. Questo consente ai team di cybersecurity di concentrarsi su minacce reali, risparmiando tempo e risorse);
  • distrazione e contenimento degli attacchi (in alcuni casi, un honeypot può agire come una vera e propria esca, distrarre gli attaccanti e tenerli occupati, allontanandoli dalle risorse critiche. Durante questo tempo, il team può intervenire per contenere la minaccia o chiudere le falle sfruttate).

 Rischi e limiti

Se scoperti, gli honeypot potrebbero essere usati contro di voi: un hacker consapevole potrebbe passarci attraverso per raggiungere la rete reale. Alcuni criminali potrebbero inviare dati falsati allo honeypot, spingendovi in errori di interpretazione. La gestione di honeypot ad alta interazione richiede risorse e know‑how significativo; mal configurati, possono introdurre nuove vulnerabilità.

Honeypot detector

Nel contesto delle criptovalute, il termine honeypot detector assume un significato differente: indica uno strumento che verifica se un contratto token è una trappola, ovvero permette di comprare ma blocca la vendita — un tipo di scam molto diffuso su blockchain come Solana.

Alcune tecnologie come HoneyPot.is o Solsniffer aiutano a identificare questi token-trappola prima dell’investimento .

In ambito WordPress, il termine Honeypot WordPress si riferisce a plugin anti-spam simili.

Scenari d’uso

Come esplicitato, esistono diversi tipi di honeypot, ognuno con scopi specifici. Alcuni sono progettati per attirare attacchi generici (low-interaction), mentre altri simulano sistemi complessi e permettono di osservare interazioni più sofisticate (high-interaction).

Tra i contesti in cui vengono utilizzati:

  • ambienti aziendali: per monitorare attività anomale all’interno di reti corporate;
  • infrastrutture cloud: per intercettare tentativi di accesso non autorizzato o abuso di risorse;
  • applicazioni web: come ad esempio honeypot specifici per WordPress, pensati per attirare exploit comuni e attacchi automatizzati;
  • blockchain e Web3: con strumenti come gli honeypot detector su Solana o Ethereum, usati per identificare smart contract malevoli;
  • ricerca e threat intelligence: gli honeypot vengono impiegati da università, centri di ricerca e agenzie governative per raccogliere dati sugli attacchi a livello globale.

Honeypot e soluzioni moderne: una combinazione vincente

L’efficacia degli honeypot aumenta se integrati all’interno di un sistema più ampio di sicurezza. Ad esempio, combinandoli con IDS (Intrusion Detection System), SIEM (Security Information and Event Management) e strumenti di analisi comportamentale, è possibile ottenere una visione dettagliata e multilivello delle minacce.

Inoltre, la facilità di configurazione automatica e l’adozione di container o ambienti virtualizzati ha reso l’implementazione degli honeypot più accessibile anche per realtà di medie dimensioni, senza la necessità di investimenti ingenti.

 Conclusioni

Gli honeypot in cybersecurity sono strumenti efficaci di deception e threat intelligence, capaci di attirare, osservare e neutralizzare attacchi informatici in modo controllato. Pur presentando sfide nella gestione e nei rischi, i benefici (dalla raccolta dati reali alle contromisure tempestive) li rendono preziosi in una strategia di difesa multilivello. D’altronde, in un’epoca in cui gli attacchi informatici sono sempre più sofisticati e veloci, gli honeypot rappresentano un alleato strategico per la difesa attiva. Non si limitano a respingere l’attacco, ma trasformano ogni tentativo di intrusione in un’opportunità di apprendimento e rafforzamento della sicurezza. Per questo, il loro ruolo nella cybersecurity moderna è tutt’altro che marginale: è parte integrante di una strategia intelligente, dinamica e orientata al futuro.

Credits: Gudendemir/GettyImages

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