Cos’è la programmazione funzionale e quali sono i suoi vantaggi
18 Febbraio 2025

La programmazione funzionale (PF, in inglese Functional Programming) è un approccio alla programmazione software fondato sulla valutazione di funzioni matematiche. In questo articolo, analizzeremo le caratteristiche distintive della programmazione funzionale e discuteremo i suoi principali vantaggi.

Caratteristiche della programmazione funzionale

Come esplicitato, la programmazione funzionale è un paradigma che si fonda sul concetto di funzioni matematiche, utilizzandole come elementi chiave per la creazione di programmi. A differenza della programmazione imperativa, che si concentra sulla sequenza di comandi e sulle modifiche dello stato del programma, la programmazione funzionale incoraggia l’uso di funzioni pure, l’immutabilità delle variabili e la composizione delle funzioni. Una funzione è considerata “pura” se produce sempre lo stesso output per lo stesso input e non genera effetti collaterali, ovvero non modifica variabili esterne né lo stato del sistema. Questo approccio semplifica il debug e il test delle funzioni, poiché ogni funzione può essere valutata in modo indipendente.

Di cosa si tratta nello specifico?

Lo abbiamo già asserito, ma lo ripetiamo. Si tratta di uno stile di programmazione imperativa. In pratica, utilizza espressioni logiche ben definite, senza però specificare cosa il computer dovrebbe fare in ogni fase.

Un’altra peculiarità della programmazione funzionale è l’uso di oggetti immutabili. Una volta stabilito il valore di un oggetto immutabile, questo non può essere più alterato; invece, si creano e si modificano delle copie dell’oggetto. Questo metodo migliora la sicurezza dei dati e facilita il debug.

Quindi, nella programmazione funzionale, le strutture dati sono generalmente immutabili. Questo significa che, una volta create, non possono essere alterate. Se si desidera apportare modifiche, si crea una nuova struttura dati con le modifiche desiderate. L’immutabilità aiuta a prevenire effetti collaterali indesiderati e rende più semplice comprendere il comportamento del programma.

La composizione di funzioni

La composizione di funzioni è un concetto fondamentale nella programmazione funzionale. Le funzioni possono essere unite per creare funzioni più complesse. Questa capacità permette ai programmatori di sviluppare software articolati a partire da componenti semplici e riutilizzabili, favorendo la modularità e la chiarezza del codice.

Le funzioni di ordine superiore sono funzioni che possono accettare altre funzioni come argomenti o restituire funzioni come risultato. Questa caratteristica offre una notevole flessibilità nel design del software e supporta paradigmi come la programmazione reattiva e quella basata su eventi.

Le funzioni pure

La programmazione funzionale, grazie all’uso prevalente di funzioni pure, rende il comportamento del codice più prevedibile. Ogni funzione può essere testata in modo isolato, senza doversi preoccupare di stati latenti o effetti collaterali. Questa prevedibilità semplifica notevolmente il processo di testing e debugging, facilitando l’identificazione e la risoluzione dei problemi.

Inoltre, l’immutabilità delle variabili e l’assenza di effetti collaterali rendono la programmazione funzionale particolarmente adatta a scenari di programmazione concorrente. I thread possono lavorare su dati immutabili senza necessità di meccanismi di sincronizzazione complessi, riducendo il rischio di condizioni di gara e altri bug legati alla concorrenza.

Il codice scritto seguendo i principi della programmazione funzionale tende a essere più conciso. Le funzioni pure e l’assenza di stato complesso aiutano a ridurre il numero di bug e le dipendenze tra le varie parti del codice. Inoltre, la modularità promossa dalla composizione di funzioni rende il codice più facile da comprendere, migliorando così la sua manutenibilità.

Le funzioni riutilizzabili sono fondamentali in qualsiasi buon design software. Nella programmazione funzionale, il riutilizzo del codice avviene in modo naturale grazie alla composizione di funzioni e all’uso di funzioni di ordine superiore. Questa capacità di creare unità di codice altamente riutilizzabili riduce il tempo di sviluppo e migliora la qualità del software.

A cosa serve la programmazione funzionale?

La programmazione funzionale gioca un ruolo importante nei paradigmi moderni di programmazione, come la programmazione reattiva e quella basata su eventi. Questi paradigmi abbracciano la reattività e la modularità, risultando particolarmente adatti agli ambienti di sviluppo attuali, che enfatizzano applicazioni reattive e scalabili. Librerie e framework moderni, come React e Redux, utilizzano spesso concetti di programmazione funzionale per gestire lo stato e le interfacce utente.

Lisp rappresenta il primo esempio di linguaggio funzionale; parlando di linguaggi più recenti, troviamo Haskell, Clojure, Erlang, F# e Scala, oltre ai linguaggi della famiglia ML, come OCaml.

Perché è così importante?

La programmazione funzionale è vantaggiosa in situazioni che richiedono scalabilità, concorrenza e, in generale, per la creazione di sistemi solidi e affidabili. È comunemente utilizzata nello sviluppo di applicazioni distribuite e nell’intelligenza artificiale.

E sebbene le origini della programmazione funzionale risalgano agli anni Trenta, questo approccio continua a godere di notevole popolarità, specialmente nei settori tecnico e matematico. Le motivazioni sono molte:

  • ampie possibilità di trasformazione del programma algebrico;
  • diverse opzioni di sintesi del programma algebrico;
  • possibilità di analisi semantica grazie all’eliminazione degli “stati interni nel processo di calcolo” e dei “desiderati effetti collaterali”;
  • rimozione degli stati interni (a differenza della programmazione imperativa, non si richiedono stati interni in un processo di calcolo);
  • assenza di effetti collaterali (attraverso il metodo funzionale è possibile eliminare anche le variazioni di stato che appartengono agli stati interni, cioè i cosiddetti effetti collaterali).

Quindi, la programmazione funzionale, se utilizzata nel modo corretto, permette di ottenere un codice molto dettagliato. Grazie al numero maggiore possibile di piccole unità, riutilizzabili e altamente specializzate, ovvero le funzioni, viene fornito un programma per la risoluzione di un compito sostanzialmente più complesso.

Ci sono quindi molteplici ragioni pratiche per cui la programmazione funzionale e i linguaggi di programmazione correlati continuano a occupare una posizione privilegiata nell’ambito dell’informatica, specialmente per quanto riguarda compiti matematici intricati e algoritmi.

Differenze tra programmazione funzionale e procedurale

Alla base di molti linguaggi di programmazione funzionale si trova il calcolo lambda. Si tratta di un sistema formale per calcolare i valori delle funzioni e delle espressioni.

Inoltre, nella programmazione funzionale l’assegnazione di valori alle variabili non è fondamentale. Le variabili vengono sostituite dalle funzioni. Quest’ultime nell’ambito della programmazione funzionale sono semplici da leggere e intuire. E dato che le funzioni sono considerate come valori, immutabili e possono essere inviate come parametri, risulta più semplice afferrare la base di codice e la sua finalità.

Inoltre, poiché i programmi funzionali non dipendono da alcuna fonte esterna o variabile per operare, risultano facilmente riutilizzabili all’interno del programma. Questo le rende più efficienti, poiché non è richiesto alcun calcolo supplementare per eseguire operazioni durante l’esecuzione.

Quindi, nella programmazione funzionale non esistono strutture di controllo per eseguire cicli. Infine, un programma funzionale è formato da un numero inferiore di righe di codice. È quindi più compatto.

Criticità

Nonostante i numerosi vantaggi, la programmazione funzionale presenta anche alcune limitazioni. Una delle più frequenti riguarda la curva di apprendimento. Poiché i concetti possono risultare estranei a chi è abituato alla programmazione imperativa, l’inserimento di nuovi sviluppatori in team che adottano esclusivamente la programmazione funzionale può richiedere un investimento iniziale in formazione.

Inoltre, i linguaggi di programmazione funzionale non sempre offrono le migliori prestazioni per compiti specifici, soprattutto in contesti in cui la manipolazione diretta delle strutture dati è preferita per motivi di efficienza. Tuttavia, molti linguaggi moderni stanno cercando di integrare i paradigmi funzionali con quelli imperativi, per creare strumenti più versatili per gli sviluppatori.

Conclusioni

In linea di massima, la programmazione funzionale propone un paradigma ricco di concetti e tecniche che favoriscono un codice più pulito. Grazie ai suoi vantaggi rappresenta una scelta ideale per molti progetti software.

Credits: everythingposs / Depositphotos.com

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